02/08/07

Pezzeda Freeride

Pezzeda Freeride
Domenica scorsa io e goccia siamo stati al Pezzeda Bike Park a Collio Valtrompia (Bs) dove, durante il periodo estivo, sono in funzione 2 seggiovie dedicate ai bikers, con tracciati da downhill e freeride per tutti i gusti.

Questa volta abbiamo lasciato a casa le bighe e ci siamo dati all'esplorazione delle piste con le nostre tavole, grazie anche alla disponibilità della società inpianti che si è dimostrata molto propositiva e "mountainboarder friendly".

Partiamo da Collio suscitando l'interesse dei passanti e degli addetti che, a dirla tutta, non sembravano proprio convinti della nostra sanità mentale e neppure della possibilità di tornare a valle tutti interi sopra quegli strani cosi a quattro ruote :-D .
Arrivati a Roccolo Crispe prendiamo la seconda seggiovia fra le solite facce incuriosite ed arriviamo alla partenza delle piste da Dh (in rosso nella foto sottostante).


www.pezzedabike.com

Inizamo scendendo per il canalone nell'erba medio-alta, goccia con freno, io senza; ci hanno assicurato che non ci sono canali di scolo e pure pochi sassi, essendo però la prima discesa su un tracciato sconosciuto optiamo per la prudenza, senza mollare più di tanto le tavole anche se la pista inviterebbe a farlo.

La prima parte è piuttosto tranquilla con pendenza media ed erba di varia lunghezza che permette di regolare benissimo la velocità, poi si arriva al muro, ripido ma largo e dal fondo molto regolare, in mezzo a quella foresta la velocità non aumenta mai troppo, la sensazione che si ha surfando senza vedere dove si andranno a mettere le ruote è da provare..
Finito il muro incrociamo il tracciato da mountainbike (nonchè sezione finale della pista Larice), poi ancora un breve tratto erboso (qui ci sono alcune buche e canaletti, quindi occhi aperti) pochi metri sassosi e ci accomodiamo nuovamente in seggiovia.

Lasciata la riposante seduta ci dirigiamo verso la pista Larice, non prima di esserci fermati a pranzo nell'omonimo rifugio dove facciamo un po' di show con i nostri mezzi e l'abbigliamento (i pantaloni da mountainboarder sono sempre fonte di grasse risate :-D).
Pranziamo egregiamente (vi consiglio il "padellino" piatto tipico della zona a base di uovo, salsiccia e formaggio fuso, veramente iperenergetico), scambiamo quattro chiacchiere con gli escursionisti e la simpaticissima signora del rifugio, prima di ripartire imboccando la parte iniziale del percorso da bici "freeride 2".

Dopo poche centinaia di metri lasciamo il sentiero e prendiamo un leggero muro passando a destra di una piccola malga, finito il muro inizia la sterrata, prima quasi pianeggiante poi, dopo uno splendido tornante con aderenza veramente limitata, si butta in picchiata per qualche decina di metri, si allarga e spiana, da lì si restringe e, passato un secondo tornante, si addolcisce parecchio. Goccia scende tranquillo con il suo freno mentre io devo sudare le proverbiali sette camicie saltellando quà e là per tenere sotto controllo la velocità, ma nel tratto pianeggiante posso lasciar correre per poi frenare con decisione sparando sassi dappertutto (il mio guanto sinistro, distrutto... ringrazia :-D).
Siamo oltre la metà della pista: la strada si allarga nuovamente, incrocia le due Dh e ci riporta sul tratto finale del canalone, ci infiliamo con piacere nell'erba e torniamo alla seggiovia.

La stanchezza (ed il lauto pranzo) si fanno sentire quindi decidiamo di scendere senza aver provato la parte sinistra del canalone (quella con la linea da dirt), sarà per un altra volta..

Anche la prospettiva di affrontare 12km di sterrato senza freno non è molto allettante, meglio scendere in seggiovia godendosi lo splendido paesaggio e darsi appuntamento fra un paio di settimane, sperando per allora di essere perfettamente equipaggiato per il "freeride 3".

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